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Daniela Veronesi
La città di Bolzano tra bilinguismo istituzionale, dialetti e lingue immigrate: un’indagine esplorativa sul paesaggio linguistico
Lo studio del “paesaggio linguistico” (Linguistic Landscape), cioè dei segni linguistici nello spazio pubblico e della loro valenza informativa o simbolica in un dato contesto sociolinguistico (Landry & Bourhis 1997; Scollon & Scollon-Wong 2003), rappresenta un importante strumento per indagare multilinguismo e diversità linguistica (Barni & Extra 2008; Hélot et. al. 2012; Gorter 2013; Shohamy & Gorter 2009), non da ultimo rispetto a uso e visibilità, nelle scritture pubbliche istituzionali (top-down) o commerciali e private (bottom-up), di lingue minoritarie e dialetti e del loro rapporto con politiche linguistiche locali, come pure di lingue non radicate sul territorio ma fortemente evocatrici quali ad es. l’inglese in contesti non anglofoni (Gorter 2006; Gorter, Marten & Van Mensel 2012; Shohamy, Ben-Rafael & Barni 2010; Guerini 2018; Telmon 2002). Sulla scorta dei fenomeni migratori che caratterizzano la società contemporanea, inoltre, anche in Italia si è ampliato lo sguardo alle “lingue immigrate”, analizzando specie in grandi centri urbani (in primis Roma, Bologna e Milano, cfr. Bagna 2006; Barni & Bagna 2009; Bagna 2013; Calvi 2017; Uberti-Bona 2016; D’Agostino 1996), le modalità con cui le comunità migranti si auto-rappresentano nello spazio pubblico.
Prendendo le mosse da tali studi, in questo contributo si propone un’indagine esplorativa del paesaggio linguistico in contesto urbano in Alto Adige-Südtirol, territorio caratterizzato da bilinguismo bi-comunitario come da immigrazione da paesi europei ed extra-europei, ampiamente studiato in quanto a fenomeni di contatto e comunicazione multilingue, ma per il quale risultano ancora sporadiche le indagini sul paesaggio linguistico (Dal Negro 2007 e 2008; Grazioli 2006). Si presenterà quindi uno studio pilota condotto nella città di Bolzano, nello specifico in due vie commerciali (in centro storico e in quartiere più periferico), e in una strada nei pressi della stazione con presenza quasi esclusiva di attività gestite da immigrati, e basato sulla documentazione fotografica del rispettivo paesaggio linguistico. Sullo sfondo del vincolo di bilinguismo cui è soggetta la comunicazione istituzionale in Alto Adige-Südtirol, si prenderanno in esame segni bottom-up (circa 100 attività commerciali, con 1-7 segni ciascuna), analizzando anzitutto, relativamente a italiano e tedesco, il carattere piú o meno bilingue del paesaggio linguistico e dunque l’orientamento alla politica linguistica locale, e verificando poi se e come ulteriori codici presenti nei repertori delle due comunità – come dialetto tirolese e dialetto trentino, - emergano nello spazio pubblico e con quali funzioni. Ci si interrogherà inoltre sull’effettiva visibilità delle lingue immigrate e sul come le comunità di riferimento si rapportano al bilinguismo de jure e de facto di Bolzano da un lato, e sulla presenza di lingue “altre” (ad es. inglese) e sul loro ruolo per le diverse comunità linguistiche che condividono lo spazio pubblico dall’altro.
Con questo studio si intende contribuire alla ricerca sul paesaggio linguistico portando l’esempio di una città estremamente stratificata - istituzionalmente “bilingue” ma con due principali comunità linguistiche (italofona e tedescofona) con repertori diversificati e asimmetrici e nuove comunità di immigrati insediate sul territorio – ed esaminando come tale complessità sociolinguistica, non contemplata a livello normativo, si rifletta nello spazio pubblico urbano.
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